domenica 11 marzo 2012

Prima ora: anatomia patologica

Domani si riparte. Ricominciano le lezioni. Se da una parte mi faceva piacere restare a casa, rilassarmi nel mio pigiamino, dall'altra mi sembra giusto che si torni alla stressante routine universitaria. Mi sento come una bambina il giorno prima, del primo giorno di scuola. Sta iniziando il secondo semestre, le scadenze da rispettare sono tante, e di tempo da perdere ce n'è veramente poco. Ma con molta sincerità ancora non avverto l'ansia, sento solo una grande euforia. Di cosa poi? Sarà tutto molto normale: svegliati, fai colazione, arriva all'università, prendi posto, siediti vicino alle solite persone, prendi appunti, fai pausa, mangia il panino, ascolta la lezione, torna a casa. Voglio che sia normale che tu possa sederti vicino a me, voglio che sia normale che tu possa prendermi la mano, che tu possa sorridermi come sai fare, che tu possa prendermi in giro, che tu possa dirmi a bassa voce quanto sono bella, abbracciarmi, chiedermi gli appunti. Voglio scherzare con gli altri e vederti un po' geloso. Voglio vederti mentre parli con altre ragazze e sentirmi morire per poi sapere che non ho motivo di preoccuparmi. Niente più paura di abbracciarti, niente più paura di sentirmi di troppo, niente più paura di non interpretare bene un tuo sguardo o di sentirmi colpevole per averti sorriso nel modo che ti fa impazzire. E' tutto normale. Perchè adesso ci siamo, adesso siamo noi. E quello che voglio è solo la normalità.

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