domenica 20 ottobre 2013

Caro amico ti scrivo.

Vorrei scrivergli un messaggio, non per dirgli qualcosa in particolare ma solo per sapere che posso parlargli ancora come sempre, che non è cambiato niente, che posso ancora parlargli di tutto, che non è vero che mi guarderà con occhi diversi quando ci rivedremo, che non è vero che non lo potrò più abbracciare come facevo sempre, che non è vero che ci siamo detti tutto quello che ci siamo detti in una telefonata. Vorrei che non fosse vero che io abbia allontanato da me il ragazzo che mi capiva solo con uno sguardo senza neanche il bisogno di parlare, che non sia vero che a causa dell'imbarazzo ci allontaneremo e poi finiremo al massimo per sorriderci senza neanche scambiare una parola. 

Scrivo.

Cancello.

Riscrivo.

Cancello.

Riscrivo.

Cancello.

La consapevolezza che invece tutto sia vero mi fa stare male al punto di non riuscire a prendere sonno, al punto da non poter dormire, da voler tornare indietro, da voler far finta di niente, da mettere la testa sotto la sabbia, sotto il cuscino, sotto le coperte.

Spengo il cellulare che è meglio.
Chiudo gli occhi, alzo il volume della musica per coprire quello dei pensieri ma riesco comunque a sentire  il cuore che si tuffa di nuovo dentro lo stomaco.

sabato 19 ottobre 2013

Chi mi regala un fazzoletto??



Tirocinio, terzo anno.


Io piangevo per Lui che non mi voleva, che faceva il coglione con le altre, che un giorno mi dava attenzioni e un altro giorno no.


P. In quel momento esatto, in quel giorno in una corsia di ospedale di due anni fa, è entrato nella mia vita. Mi ha regalato un fazzoletto, ha asciugato le mie lacrime, mi ha supportato e consigliato sempre rimanendo discretamente da parte. Poi Lui decide: sceglie me, finalmente stiamo insieme, cori di giubilo si alzano a gran voce e P. ormai mio amico, è felice per me e giorno dopo giorno, assiste dapprima alla gioia, alla luce che si accendeva dentro di me e poi al lento allontanarsi di Lui, e quando mi sembrava di non avere niente, P mi è rimasto vicino anche quando Lui non c'era più e io ero solo un vaso rotto in mille pezzi.


Da quel momento P. è diventato il mio migliore amico! Affidabile, onesto, amorevole, generoso, simpatico e divertente. Sempre presente, sempre per me. Si è scavato una strada nella roccia, come un ruscello che tutti i giorni coccola e leviga gli spigoli troppo aguzzi di una pietra troppo ruvida e fredda. Piano piano si è conquistato un posticino dentro il mio cuore e io, almeno con lui e per lui, mi sentivo una persona migliore: allegra, solare, divertente, bella. Lui che mi cerca, che si preoccupa per me anche nelle piccole cose, soprattutto nelle piccole cose. Lui che mi fa ridere sempre e che mi stringe come se fossi di porcellana. Lui che mi vuole bene e non ha paura di dirlo. P. è Il mio migliore amico e io mi sto innamorando di lui. Ho avuto il coraggio dopo tanto tempo di ammetterlo a me stessa, poi ho avuto il coraggio di poterlo dire ad alta voce e poi, finalmente, a lui. L'ho fatto perché volevo che lo sapesse, soprattutto per alleggerire la mia coscienza, ultimamente un po' provata, per dire a me stessa che adesso che anche lui lo sa è inutilmente doloroso continuare a volerlo amico. La nostra amicizia per me, stava diventando solo un pretesto per averlo vicino, per stringerlo forte una volta in più con una scusa qualsiasi, per sentire le mie mani vicino alle sue. Non so che succederà adesso. Lui è fidanzato da sei anni, io dovrò accettare una realtà diversa da quella a cui ero abituata. Gli ho chiesto di allontanarsi un po', dispiaciuto mi ha detto che mi avrebbe accontentato, che avrebbe fatto di tutto. Mi ha pregato di non allontanarmi troppo perché gli sarebbe dispiaciuto. Ma la più dispiaciuta sono io, perché adesso mentre sono triste e respiro forte cercando di trattenere il pianto non posso più girarmi e dirgli: "ce l'hai un fazzoletto?"