sabato 30 giugno 2012

Perchè la mamma, è sempre la mamma.

 Oggi mia madre mi ha detto: "Quando stavi con lui stavi meglio, eri sempre sorridente, solare, allegra, meno acida, meno puntigliosa, meno permalosa, lasciavi correre. Ora invece, sei sempre insofferente, indispettita da tutto e anche quando ridi non sei tu". Bum. Colpita e affondata. "Non è vero!" Le ho risposto secca. "Io sto bene." Ecco. Mi mancava questa. Io ce la metto tutta, cerco in tutti i modi di non rendere pubblico il mio disastro interiore, ho cercato in questi giorni di rialzarmi piano piano e di rimettere a posto i pezzi, di non dare troppo fastidio, di evitare l'argomento, di essere una persona migliore e di sorridere spesso. Mi sembrava che in tanti avessero visto un cambiamento positivo (dallo zombie che ero qualche tempo fa, non è che poi ci volesse molto)  da tanti mi sono sentita dire: "ti trovo benissimo!", "stai proprio in forma.", "sei una favola!!" e una sorta di delirio di onnipotenza si era impossessato di me! Mi sentivo bene, sentivo che ce la stavo facendo. Sono brava, sono bravissima!!: mi dicevo, Un po' ci credevo veramente, un po' no. Ci credo che andrà sempre meglio, forse non adesso, forse è presto. Ma starò bene davvero, ne sono sicura. Forse dovevo capire che alla mamma non si può mentire, perchè lei ti capisce da uno sguardo. Nonostante tutte le belle parole per venderle la tua serenità interiore, lei ti legge dentro anche per come giri il tuo latte e caffè.

giovedì 14 giugno 2012

Non so come si fa.

Un passo avanti e tre indietro, mi muovo così. Un giorno sono positiva, ottimista, mi dico che ce la posso fare a stare da sola e ci credo, ci credo davvero. Passa un po' di tempo, giorni, ore e mi ritrovo punto e daccapo. Sto male, sto male davvero. Pensare, pensarti, pensarci. Non posso. Non posso permettermi di stare male, ancora. Come si fa? Come se ne esce? Mi manca il respiro, di nuovo. Ti infili in tutti i pensieri della giornata, in modo distratto, semplice. Hai la chiave, entri senza bussare, a qualsiasi ora. Il tuo sorriso, il modo in cui mi coccolavi e mi stringevi a te, il modo in cui mi facevi ridere, come ridevi, le tue espressioni buffe, il modo in cui mi prendevi la mano, quando ci salutavamo la mattina, un bacio veloce e io sentivo che la mia giornata era partita nel modo giusto. Mi ricordo dei momenti in cui mi preparavo per uscire con te, aspettandoti. Sentivo il mio cuore battere all'impazzata, quando poi ti vedevo arrivare, con il tuo sorriso splendente, tutto tornava a posto. Ricordando questi piccoli episodi di noi, per una frazione di secondo, torno felice. Poi il dolore mi assale. Nel vero senso del termine sento come se un macigno cadesse dentro di me, come se un uomo di  pietra mi stritolasse. Pensare che non conto più niente, che adesso c'è lei, che mi hai fatta a pezzi e brandelli, mi fa stare male. Pensare che non posso pensare ad un altro perchè tu, invece, sei ancora tutto intero dentro di me, mi fa stare male. Mi faccio mille domande che non hanno risposta. Non ti capisco. Non mi capisco. Non capisco il mio ostinato modo di stare attaccata ancora a te, al posto di lasciarti andare (dove dovresti andare). Un po' ti penso, un po' ti odio, un po' non ti sopporto, un po' mi manchi. Sono uno yoyo, un'altalena: un po' su, un po' giù. Stronzo, insopportabile bambino, odioso indeciso, codardo, coniglio, egoista, debole, bastardo. Non so come si fa a dimenticarti.

venerdì 8 giugno 2012

Cogito ergo sum

Oggi sto meglio. Oggi c'è il sole.
Mi sono svegliata con calma. Niente fretta, niente ansia. E' proprio una bella giornata. Apro la finestra e sento che il venticello è piacevole e il sole caldo. Rifletto, seduta sulla poltrona. Sembra sera, per la velocità dei miei pensieri lenti. Forse è perchè ancora non faccio colazione. Metto a scaldare il latte e mi preparo il caffè. (Quanto mi piace l'odore del caffè.) Penso di essere fortunata: ho una famiglia stupenda che mi ama, delle sorelle che mi sono scelta (le mie migliori amiche), una casa che adoro, studio per diventare quello che ho sempre sognato, sono carina e simpatica, intelligente e sveglia (modestia a parte). Posso correre, camminare, ridere, ascoltare. Ergo apprezzando le piccole-grandi cose mi accorgo che la mia vita è splendida. E la domanda che mi sorge spontanea, tra tutti questi pensieri, è: IO, COSA NE DEVO FARE DI UNO COME TE NELLA MIA VITA? Tu che non mi hai voluto e che hai rinunciato ad essere felici insieme, che mi hai calpestato e umiliato. Tu, che insegui una ragazza dopo l'altra e non capisci il valore di niente. Tu che sei vuoto e incapace di amare. Tu con me, non c'entri niente. Io posso. Io sono piena. Io sono felice da sola, anche senza te.

Vi auguro una bellissima giornata.

lunedì 4 giugno 2012

E poi c'è la musica.



Questa melodia mi distende l'anima.


Questa mi carica.

Questa mi rilassa.

Questa l' adoravo.
Non la posso ascoltare più, perchè ogni nota mi riporta a noi. All'inizio.
A quando di nascosto mi stavi vicino, anche solo con lo sguardo, anche solo sfiorandomi la spalla perchè di più non si poteva. Mi riporta al giorno in cui mi hai detto che lei non c'era più nella tua vita, che avevi chiuso, perchè non potevi svegliarti la mattina e pensare a me mentre sapevi di stare con lei. Mi riporta a quella mattina in cui mi hai detto che sentivi qualcosa di importante tra di noi.  Al nostro primo bacio. A quando poi tu, eri mio. A quando in autostrada mettevi la sesta e poi mi offrivi la mano dicendomi "velocità di crociera, questa mano non mi serve più". Ore mano nella mano.
Quanto mi piaceva sentirti cantare a squarciagola, in falsetto. Mi facevi ridere.
Ora no. Ora questa la odio.
 

domenica 3 giugno 2012

Le parole con te perdono di significato, perciò stai zitto.

Ricominciare costa tanto. Tantissimo. Ripartire da zero, anzi da meno mille. Il dolore nello stomaco per una ferita che non so chiudere. Sto male anche se è passato un po' di tempo da quando mi hai detto che non mi volevi più. Ho scoperto che hai chiesto ad un'altra di uscire con te, quando noi stavamo ancora insieme. Sapere questa cosa mi avrebbe dovuto far stare meglio, perchè è così che dovrebbe essere. Non è vero, sto peggio. Mi fa male sapere che hai pensato di invitarla ad uscire e di me non te ne è importato niente, di quello che siamo stati, della persona che sono. Non le hai parlato di me, non le hai detto di essere impegnato, non le hai detto del modo in cui mi accarezzavi, non le hai parlato del modo in cui ti viziavo, io per te quel giorno non c'ero già più. Quando sei passato a prenderla a casa, quando l'hai vista scendere, quando le hai offerto il caffè, quando l'hai vista ridere alle tue battute come puoi non avermi pensato?  Quando mi hai visto il giorno dopo, quando ti ho chiamato per darti la buonanotte come puoi non aver sentito niente? Perchè non mi hai detto niente? L'ho dovuto sapere da un'amica di LEI che conosce anche me. Ho ascoltato quelle parole così dure, senza battere ciglio, svuotata. In quello stesso corridoio in cui in un giorno lontano,mi hai detto che sentivi qualcosa per me, ho sentito il cuore frantumarsi davvero. Ho parlato con LEI, mi ha voluto incontrare. Ci siamo parlate con calma, lei mi ha chiesto scusa. Io non sentivo le gambe, il cuore, le mani, il mio corpo era solo orecchie. Ascoltavo, ascoltavo, cercavo di capire. Ascoltavo i dettagli del vostro incontro e di quelli a seguire, anche quando non c'ero più io. Ho sentito parlare di te da una voce sconoscuta. Non sapeva niente, mi ha detto. Mi ha fatto leggere i tuoi messaggi. Se mi avessero investito temo che sarebbe stato meno doloroso. Imbarazzate, ci siamo salutate. Ho aspettato che fosse pomeriggio, ho aspettato di razionalizzare quanto più potevo, poi ti ho chiamato. Vedere il tuo nome mi ha fatto male. Ti ho chiamato. Sentire la tua voce mi ha fatto male. - "Dimmi".  - "Ti devo parlare." - "Va bene." Ci siamo incontrati in un posto che adesso mi fa male solo guardare. Il ragazzo strafottente che ho visto arrivare con la camminata ciondolante, non eri TU. Il ragazzo che non riusciva a guardarmi negli occhi, non eri TU. Eri un corpo senza niente dentro, niente. Mi hai guardato come se non mi conoscessi, come se le carezze, le dolcezze, le attenzioni non ci fossero mai state. Ti ho chiesto di farmi capire. Ho cercato di vomitarti addosso tutte le mie domande e la mia delusione cercando di suscitare un qualsiasi tipo di risposta, di reazione. Il tuo sguardo era vuoto.. La tua spiegazione fredda e razionele, le parole distaccate e lo sguardo gelido non mi hanno aiutato. Speravo che la coscienza ti mordesse l'anima invece potevo capire che non sentivi niente, non ti importava niente, neanche giustificare le tue azioni. Dici di non aver fatto nulla di male, tu non credi di avermi tradito perchè tra voi, finchè stavamo insieme, non c'è stato niente di fisico. Beato te, mi dico io. Tu la chiamavi, mentre noi stavamo insieme. Tu le scrivevi messaggi dolci, mentre noi stavamo insieme. Tu sentivi lei, poi me. Tu mentre davi a lei una speranza, la toglievi a me. Hai distrutto tutto: la fiducia che avevo riposto in te, l'amore che avevo fatto crescere, il futuro che avevo immaginato. Non ho più niente, se una rabbia profondissima e una delusione che ingombra tutti gli spazi del mio cuore e non mi lascia neanche più la forza di respirare. Se fossi stato innamorato di LEI forse avrei potuto capirti, se me ne  avessi parlato forse, e dico forse, avrei potuto perdonarti. Il fatto è che per te lei è semplicemente una, così mi hai detto.Noi ci siamo lasciati e il giorno dopo sei stato con lei. Allora anche io ero una, solo io mi ero illusa di poter essere LA TUA ragazza. Hai detto che non mi devi spiegazioni. "Noi non stiamo più insieme, non ti devo più niente." Purtroppo hai ragione. Non posso chiederti più niente. Ma come hai fatto? Come fai a sentire un'altro corpo vicino al tuo, un altro calore, un altro respiro, come fai a guardarla negli occhi e non vedere i miei, come fai a sussurrare le stesse parole ad un'altra persona, come fai a non cercare i miei difetti sulla sua pelle? Io non posso immaginare che un altro mi sfiori, che mi tocchi, che mi baci. Mi fa schifo anche solo l'idea di respirare un altro odore che non sia il tuo. Tu no. Tu sei forte. Tu sei diverso. A te non importa. E il bello è che continui a dirmi che mi vuoi bene. Sappi che se mi avessi voluto bene ti saresti preoccupato per me, avresti avuto anche solo rispetto per me. Non avresti confuso due persone, due corpi, due sorrisi, e non avresti cercato il corpo di un'altra perchè sentivi sotto le tue mani ancora il mio. La verità è che io non sono stata mai niente per te.