domenica 23 dicembre 2012

Tutto è bene quel che finisce bene.

Una serata a dir poco esilarante!
Esco con mia cugina che si scorda di dirmi che un suo amico ci avrebbe fatto compagnia per tutta la sera.
All'inizio mi infastidisco, non mi piacciono le cose decise all'ultimo momento, non mi piace sentirmi di troppo. Lo vedo: è carino.
Decido che mi va di restare.
Alto, occhi azzurri che ridono allegri assecondando un sorriso perfetto da pubblicità del dentifricio.
Decido che voglio restare.
Ci presentiamo, parliamo del più e del meno, e mi accorgo che più parlo più siamo in sintonia.
E' un ragazzo semplice, allegro e simpatico, divertente ed educato.
Mia cugina interviene ogni tanto, ma in pratica parliamo solo noi. Monopolizziamo il discorso.
Mi rendo conto che non è affatto male stare di nuovo bene.
Mi fa ridere, mi fa un sacco di complimenti. FANTASTICO:
Certo è presto per la favola, mi dico. 
Ma in realtà sto già pensando come raccontare la stranezza del nostro primo incontro e della nostra magica sintonia, ci immagino al nostro primo appuntamento, in vacanza insieme, alla cena di fidanzamento, al matrimonio e il mio vestito bianco, seduti davanti al caminetto la sera di Natale circondati da tutti i nipotini.
Lui: "Sei una persona veramente fantastica"
Io: Sorrido imbarazzate "esagerato"
Lui: "Peccato che io abbia un altro orientamento sessuale".
Io a quel punto non riuscivo a parlare, a capire, non perchè ci sia qualcosa di strano ma semplicemente perchè avevo ancora una volta immaginato tutto.
Maledetta fantasia.
Va bene così: LUI E' GAY e IO SONO SFIGATA.


venerdì 21 dicembre 2012

(S)Comode dipendenze.

Ho un problema: quando si tratta di libri non sono una persona normale.
Non sono una  che legge dopo cena, che legge per distrarsi, che legge dieci, al massimo quindici pagine per riordinare i  suoi pensieri prima di andare a dormire, non sono una che legge per passatempo o per ingannare il tempo.
Io sono una tossica di libri, la lettura per me è una droga.
Ho un problema: non so smettere. 
Se inizio un libro la mia missione è finirlo.
Non importa se per farlo sacrifico il sonno, la fame, lo studio.
(per questo evito di leggere mentre sto preparando un esame, perchè finirei per smettere di studiare, sceglierei sempre e comunque il libro sbagliato)
Ingurgito pagine su pagine, parole che dentro di me e mi fanno sentire bene, meglio.
E' come se analizzassi i miei pensieri da un altro punto di vista.
Sottolineo le frasi più importanti con la mente come se quelle fossero le parole di un'amica pronta a darmi consigli.
Io voglio imparare, voglio andare avanti e vedere come va a finire. 
Devo sapere se può esistere un lieto fine, così forse penso che ci sarà anche per me.
Mi perdo in quel mondo senza troppe domande, perdendo la concezione del tempo e dello spazio.
Un po' mi dispiace quando giro la pagina e mi accorgo che è l'ultima.
Mi resta un po' d'amaro in bocca perchè è già finito.
Allora, vado alla ricerca delle frasi più belle e le rileggo così tanto per non abbandonarlo subito nella libreria, per coccolarlo e coccolarmi ancora un po'.
Mi dispiace ma non mi dispiace, sono una libro-dipendente e mi piace.

venerdì 14 dicembre 2012

Come il cane di Pavlov.

Resuscitata da quel mondo fantastico chiamato "letto e piumone", mi aggiro per casa ancora come uno zombie. La giornata è triste e uggiosa, anzi piove proprio tanto, anzi tantissimo, diciamo che c'è il diluvio universale, che l'arca di Noè sta passando a prendermi, che se oggi pomeriggio ho in mente di uscire dovrò prendere il gommone, oppure mettermi il costume da bagno ed andare a nuoto.
Insomma piove. Io odio la pioggia. 
Vuoi mettere la poesia della neve con la stupida pioggia?
Lo scendere lento e cadenzato, i fiocchi bianchi, il freddo frizzante, una passeggiata tra le strade che sembrano cambiare forma e colore, tutto sembra magico, paesaggi surreali e da favola, non può avere paragone con un temporale. La pioggia che bagna, che allaga, che intristisce, non sopporto le macchine che passano veloci e ti schizzano e ti inzuppano i vestiti, non sopporto l'ombrello e il fatto che quando lo richiudo per salire in macchina, non so perchè, mi faccio la doccia, non sopporto i tergicristalli della macchina che fanno su e giù e sembrano tenere il tempo come un metronomo.
Tutti gli eventi più brutti della mia vita sono collegati ad un temporale, in tutti i miei momenti tristi c'era la pioggia. Forse è per questo che, per un riflesso condizionato, quando piove divento triste.
La pioggia mi mette agitazione è frenetica, frettolosa, irritante.
Voglio una bella giornata di sole, che scalda, che mi illumina.
Voglio la neve, voglio la calma.



martedì 11 dicembre 2012

Non so se ha senso, ma lo scrivo lo stesso.

Oggi non sto troppo bene, mi sento debole e malaticcia, ho un po' di febbre, un po' di mal di gola.
Niente di grave ma è abbastanza per rimanere un po' a letto tra il piumone pesante e la televisione che ti fa da ninna nanna.
Non ho orari, mi sveglio e mi riaddormento, bevo un po' di thè e qualche biscotto, non ho modo di fare ragionamenti complicati, di perdermi in pensieri profondi perchè non mi va.
Posso dire non mi va perchè sto male.
Seguo distrattamente tutti i programmi tv che mi piacciono tanto ma che non ho mai tempo di seguire, non sono obbligata ad uscire, a vestirmi, sono una piccola ameba casalinga che alberga sotto le coperte, sono un simbionte della mia borsetta dell'acqua calda.
Comoda, rilassata e un po' raffreddata, mi sento coccolata dal mio stare male.
Prendo un antipiretico va, così forse recupero un po' la me stessa di tutti i giorni.
Però ogni tanto stare "male" così, fa bene.

domenica 9 dicembre 2012

Odore di neve.

E' arrivato il freddo. Quel freddo pungente e frizzante, quello che ti entra dentro le ossa, nei più piccoli muscoli del corpo. Un freddo secco e asciutto e le luci della sera che si mischiano con gli odori della città. E io ricordo, la mente arriva all'anno scorso, a questi giorni di Dicembre.
Non è colpa mia è che "La corteccia olfattiva primaria appartiene alla porzione centrale del sistema limbico e quindi un'area implicata nella formazione della memoria. Le percezioni olfattive sono quindi, stimoli particolarmente efficaci nell'evocare ricordi e nel mantenerne la colorazione affettiva".
Non è colpa mia ma questo con il profumo di questo freddo, io vado con la mente all'anno scorso. Non sono solo le luci di Natale a ricordarmi di quando passeggiavamo tra i negozi, non sono solo le canzoni Natalizie a ricordarmi mentre le canticchiava in macchina stonato come una campana e io che ridevo forte, non sono i miei stupidi guanti di lana, che mi ha regalato per Natale, a ricordarmi di quando gli stringevo la mano. Mi ricordo di quanto fossi felice, mi ricordo di Lui, soprattutto per questo odore di neve. Mi  ricordo che la prima volta che mi è passato a prendere era il 7 di Dicembre. Da quel giorno siamo usciti tutti i giorni il primo mese. Tutti i giorni verso le sei passava a prendermi. Io ero pronta sempre cinque minuti prima che Lui arrivasse. Adoravo quando uscivo da casa e aprendo il portone avvertivo l'aria fresca e frizzante che entrava dentro di me e mi svegliava, e Lui mi coccolava con lo sguardo ancora prima di poterlo fare davvero, mi guardava come se fossi piccola e di porcellana, e io infreddolita entravo in macchina e Lui mi stringeva e mi baciava dolcemente, poi e il riscaldamento mischiava il Suo profumo con il mio e con l'odore della neve.
In un anno cambiano tante cose: ora ci sono solo io, l'odore della neve e la MIA macchina che non parte.


(Volevo parlare del tempo, ma poi....)

giovedì 6 dicembre 2012

Anche io non voglio essere alla moda.

Voglio questo tipo d'amore.
Ieri ero in ospedale: tirocinio.
Una mattinata abbastanza tranquilla, in ambultorio di ematologia.
Niente strani casi solo scartoffie, ricette, impegnative e una specializzanda nè simpatica, nè carina, anche se si sforzanva enormemente di sembrarlo.
La mattinata stava andando avanti così: calma piatta e niente da segnalare poi...
entrano loro.
Una coppia distinta ed elegante nella loro umiltà.
Lui rimane in piedi e fa accomodare lei, poi prende una sedia per lui.
Consegnano le analisi e aspettano che la dottoressa gli riferisca qualcosa sulla situazione di lei, una situazione grave e cronica che comunque le consente una vita relativamente normale.
In attesa che dottoressa si pronunciasse, lei stava con lo sguardo basso mentre si sistemava nervosamente i polsini della camicetta.
Lui, stringeva i pugni delle sue mani nodose che non lasciavano dubbi su una vita trascorsa in campagna.
Era agitato, ma appena la moglie ha cercato il suo sguardo, lui non ha esitato a regalarle uno dei suoi migliori sorrisi.
Un bell'uomo che sicuramente da giovane era stato bellissimo e che adesso nonostante l'età era più che affascinante, un uomo elegante ed educato.
La situazione è stazionaria. Niente variazioni importanti, controllo tra tre mesi.
Finalmente tirano entrambi un sorriso di sollievo. 
L'aria si fa nuovamente respirabile e d'improvviso diventano entrambi ansiosi di raccontare la propria vita.
Lui l'ha accompagnata in ospedale, che dista 80 km dal loro paesino.
Hanno due figli.
Lei ha 81 anni, lui 83.
Lui fa tre volte alla settimana un'ora di jogging, lei tre volte alla settimana fa la cyclette.
Sono stati alle terme la settimana scorsa per prevenire malanni invernali.
Dai gesti, dalle loro parole lo capisco: lui la ama, lei lo ama.
E' un'amore consapevole, maturo, emozionante. L'amore di chi ha trascorso una vita insiemeLui, quasi per giustificarsi della tensione che fino a pochi momenti prima si tagliava con il coltello, sussurra alla folla di futuri medici pronti ad imparare qualcosa, con la tenerezza di un nonno, con la dolcezza di un marito: "Sapete ragazzi, nel bene o nel male, ci legano sessantuno anni di matrimonio, lei è mia moglie da sessantuno anni. Non va più di moda un matrimonio così lungo, noi non siamo alla moda".
Le sorride.
Lei gli prende la mano.
Io, ho dovuto trattenere le lacrime.
.

domenica 2 dicembre 2012

L’aria di dicembre mi fa bene.


Natale che si avvicina. 
Le luci. L’albero. Le decorazioni.
Tutti gli anni è così: torno bambina. 
Mi piace. Mi riempio di gioia e allegria.
Per questo nel mio periodo preferito dell’anno mi sono fatta una promessa. 
Da oggi, (anzi da ieri, visto che oggi è il secondo giorno di Dicembre) è vietato parlare dell’idiota, vietato pensare ai suoi comportamenti senza senso, vietato comprendere i suoi atteggiamenti, vietato analizzare ogni stupido gesto, vietato scorticare oltre la superficie della sua superficialità. Vietato.
Da oggi, ci sono io. 
Parlerò di me. Parlerò della vita, della morte, dell’allegria, della spensieratezza, della rabbia, della gioia, anche del tempo se fosse necessario, ma NON di Lui.
Sto scalando la montagna. Ce la posso fare. 

Propositi del  nuovo mese: iscrivermi in palestra.
Voglio prendere a calci e pugni un sacco, visto che con Lui non posso. 
Voglio liberare tutta questa energia.