lunedì 30 aprile 2012

E non sono mai contenta.

Quando tutto va troppo bene io, nel mio pessimismo cosmico, ho paura. Ho paura di quello che potrebbe accadere, dell'imprevisto. Troppo silenzio, mi spaventa. Troppa calma, mi spaventa. Ultimamente, sono per il caos e le giornate movimentate, quelle che non ti lasciano neanche il tempo per pensare, quando perfino il tempo sembra messo sotto pressione, alla prova. Sono per le giornate programmate e piene.  Piene di studio, di impegni, di scadenze, di orari. Non c'è spazio per l'ansia e la preoccupazione, non c'è spazio per lamentarsi se lui non mi cerca abbastanza, non c'è spazio per le mie paranoie. Quando arrivo a fine giornata mi addormento, semplicemente.

venerdì 20 aprile 2012

Niente.

E in un attimo ti rendi conto che niente è sicuro. Una mattina dolce e soleggiata, può trasformarsi in una grigia e piovosa compagnia. Niente è certo. Sulla vita non c'è garanzia.
Tu, dolce amica mia, che sei così forte.
Tu che pensavi di aver sconfitto la malattia, ti ritrovi a farci i conti, di nuovo.
Vorrei dirti che tutto andrà bene, che tutto si risolverà. Vorrei dirti che ho tutte le risposte di cui hai bisogno. Vorrei dirti che quello che ti hanno detto non è vero perchè sei troppo giovane, che non può essere vero perchè ne hai già passate troppe. Non posso farlo. Non ho niente in questo momento, se non la certezza che la giustizia non è di questo mondo. Non ho niente se non un cuore gonfio di dolore e preoccupazione. Voglio ancora sperare. Voglio crederci. Tu meriti una vita felice, meriti una casa piena di bambini, un marito che ti ami, voglio per te una bella carriera e tanti viaggi per farti vedere il mondo, voglio tutto il meglio per te. E' per questo che da domani ti abbraccerò forte e ti regalerò tutto il coraggio di cui hai bisogno, tutta la forza di cui hai bisogno, sarò tutto. Ma adesso, sono disarmata, senza forze. Per stasera, non sono niente.

martedì 17 aprile 2012

Cosa metto al primo posto?

Avere delle priorità. Questo è l'importante nella vita. Facile!
Al primo posto ci sono io e c'è lui. Al primo posto ci sono le mie amiche, c'è la mia famiglia, al primo posto c'è lo studio, c'è la mia voglia di muovermi e di viaggiare come quella di rimanere comoda sul divano.
Al primo posto c'è la mia voglia di cornetto caldo alle 2 di notte, c'è la mia voglia di dormire fino alle 10 la mattina e  quella di svegliarmi alle 7 per andare a lezione. Al primo posto c'è una serata con le amiche e c'è una passeggiata con lui. Al primo posto c'è tutto. E' questo il mio problema. Sono tutte cose importanti affollate sul primo gradino e nessuna vuole scendere al secondo. Non so darmi delle priorità. Non so scegliere. Tutto per me è importante.

mercoledì 11 aprile 2012

Come posso restare in equilibrio? Mettendo un piede davanti all'altro e guardando avanti.

Mi sento un palloncino sgonfio (anche se di sgonfio, con tutto quello che ho mangiato in questi giorni, non ci dovrebbe essere proprio niente). Sono a mezz'aria. Indecisa. Sospesa. In questi giorni sono stata sulle montagne russe delle emozioni. Su e giù. Felice e poi triste. Allegra e poi insoddisfatta. Avanti e poi di nuovo indietro. Mi ripropongo, ogni volta che discutiamo che basta, che è ora di mettere un punto, di lasciar perdere.
Ce la posso fare.
Poi, no.
Nonostante le mie buonissime intenzioni, lo rivedo. Lui mi guarda. Io lo guardo. E' un attimo. E' calore, è forza, è una calamita, è un abbraccio, è un bacio. In un istante io capisco che il mio posto è lì, vicino a lui, tra le sue braccia. Perchè io tra le sue braccia sono felice, perchè mi sento come se stessi per esplodere, come se potessi volare, come se potessimo stare abbracciati per sempre. Non c'è lo spazio, nè il tempo. E allora, per quanto blateri e continui a ripetere a me stessa che questo rapporto non è l'ideale, io lo voglio. Il tempo che passo con lui mi ripaga con gli interessi dei miei stupidi viaggi mentali e delle mie incazzature. Il modo in cui rido, in cui stiamo bene insieme, mi fa dimenticare quanto io sia stata triste aspettandolo.
Non rispecchia il ragazzo ideale, nè il principe azzurro. E' un ragazzo normale, sincero, schietto e diretto. Punto. E io lo voglio. Lui che pensa e, senza alcun filtro, parla. Che mi dice tutto. Tutto. A discapito della mia felicità, a discapito della sua. La sincerità, prima di tutto. Tante volte mi risulta difficile accettare questo suo lato caratteriale. Mi dico: cosa ci vorrebbe a farmi "fessa e contenta"? Poi capisco che fargli indossare una maschera non è quello che vorrei davvero. Perchè non sarebbe più lui e io non potrei essere più la ragazza che sta così bene con lui. Voglio muovermi un passo alla volta. Senza troppe pretese. Giorno per giorno.
Oggi, nonostante tutto, nonostante tutte le persone che mi sono intorno mi dicano che non siamo fatti per stare insieme, nonostante tutti mi dicano che non è abbastanza, io scelgo da sola. Mi voglio fidare di quello che ho visto, di quello che vedo e di quello che sento. Io scelgo per me e scelgo noi.

venerdì 6 aprile 2012

Qual è la tua unità di misura?

Brividi, ma non è merito suo. Un altro, oggi mi ha fatto sorridere. Un altro, mi ha fatto sentire speciale. Un altro, oggi mi ha corteggiata. Parole delicate, che LUI per me non ha mai usato. Mi sento in colpa pur non avendo fatto niente. Mi sento in colpa, per aver ascoltato quelle parole, ed essere stata lusingata. Chissà se un giorno si pentirà di essere stato distratto e scostante, di non aver usato un po' più di dolcezza e di carezze. Chissà se un giorno mi pentirò di essere stata troppo presente, troppo felice, di aver preteso troppo.
Dov'è il troppo? Dov'è il poco?
Abbiamo due unità di misura diverse. Io misuro in litri, lui in metri. Non ci possiamo capire. E' per questo che non c'è una soluzione. Ho provato con tutta me stessa ad adattarmi, a cercare di capirlo. Ma l'amore deve essere naturale, deve essere spontaneo. Niente pensieri, niente psicodrammi, deve essere leggero e cristallino. Tra noi non è più così, chissà se lo è stato mai.
Forse sono stata sempre e solo io a volergli andare incontro, sempre e comunque.
Come in quei giochi dei bambini, in cui uno si lascia cadere nelle braccia dell'altro, dandogli le spalle. E' difficile, lasciarsi andare completamente se non sei sicura che l'altro sia lì, pronto a prenderti.
Per questo la chiamavamo la prova della fiducia.
Io ho chiuso gli occhi, pronta a lasciarmi cadere. Io mi sono fidata.
Lui all'inizio era lì, dietro di me, pronto a prendermi. O almeno, mi ha fatto credere che lo fosse.
Ora, si è seduto sul divano e nel frattempo si mangia anche una bella ciotola di pop corn, mentre aspetta che mi sfracelli per terra. 
Dovrei capire che di me non gliene importa un ficco secco (per essere garbate).
Io dovrei averne abbastanza di essere trattata così.

giovedì 5 aprile 2012

Metereopatica? Giusto un po'.

Piove. Mi manca.
Piove. Lui dovrebbe stare insieme a me.
Piove. Dovrebbe esserci il sole. 
Piove. Dovrei studiare. 
Piove. Ho fame. 
Piove. Ho sete.
Piove. Io divento un'altra.
Irascibile, irritabile, rabbiosa, furiosa, intrattabile, astiosa, risentita, suscettibile, nervosa, collerica, nevrastenica, poco accomodante, furastica, scostante, solitaria, agitata, impaziente, ansiosa, inquieta, intollerante.
Non mi sopporto. Io non sono questa. Sole torna da me.

mercoledì 4 aprile 2012

BOInG BoiNg..

Giornata stancante e stupida. Quelle giornate in cui sei troppo stanca anche per prendertela con qualcuno, anche per piangere. Quelle giornate in cui sei consapevole di non aver fatto niente di veramente importante, di non aver spostato neanche una pedina. Stress a vuoto. Mi sento come una pallina di gomma di quelle che rimbalzano da sole una volta che le lasci cadere per terra. Dopo aver rimbalzato per tutta la giornata, ora sento come se le gambe si muovessero per inerzia, pesanti. 
L'esame è andato male. Lui è partito. Al mare. Con i suoi amici.
Non so quale di queste cose mi preoccupi di più!
Mi ha salutato distrattamente. "Ciao piccola, ci sentiamo per telefono". Una frase scontata, detta velocemente. Un bacio sulla guancia neanche fossi sua sorella. Volevo un bacio vero. Volevo un bacio per farmi sapere che gli mancheranno i miei. Volevo che mi stringesse forte, tanto da togliermi il fiato. Volevo che mi prendesse la mano e che mi sussurrasse all'orecchio che un po' gli sarei mancata. Niente di tutto questo.
Voglio troppo io o è troppo poco LUI?