giovedì 14 giugno 2012

Non so come si fa.

Un passo avanti e tre indietro, mi muovo così. Un giorno sono positiva, ottimista, mi dico che ce la posso fare a stare da sola e ci credo, ci credo davvero. Passa un po' di tempo, giorni, ore e mi ritrovo punto e daccapo. Sto male, sto male davvero. Pensare, pensarti, pensarci. Non posso. Non posso permettermi di stare male, ancora. Come si fa? Come se ne esce? Mi manca il respiro, di nuovo. Ti infili in tutti i pensieri della giornata, in modo distratto, semplice. Hai la chiave, entri senza bussare, a qualsiasi ora. Il tuo sorriso, il modo in cui mi coccolavi e mi stringevi a te, il modo in cui mi facevi ridere, come ridevi, le tue espressioni buffe, il modo in cui mi prendevi la mano, quando ci salutavamo la mattina, un bacio veloce e io sentivo che la mia giornata era partita nel modo giusto. Mi ricordo dei momenti in cui mi preparavo per uscire con te, aspettandoti. Sentivo il mio cuore battere all'impazzata, quando poi ti vedevo arrivare, con il tuo sorriso splendente, tutto tornava a posto. Ricordando questi piccoli episodi di noi, per una frazione di secondo, torno felice. Poi il dolore mi assale. Nel vero senso del termine sento come se un macigno cadesse dentro di me, come se un uomo di  pietra mi stritolasse. Pensare che non conto più niente, che adesso c'è lei, che mi hai fatta a pezzi e brandelli, mi fa stare male. Pensare che non posso pensare ad un altro perchè tu, invece, sei ancora tutto intero dentro di me, mi fa stare male. Mi faccio mille domande che non hanno risposta. Non ti capisco. Non mi capisco. Non capisco il mio ostinato modo di stare attaccata ancora a te, al posto di lasciarti andare (dove dovresti andare). Un po' ti penso, un po' ti odio, un po' non ti sopporto, un po' mi manchi. Sono uno yoyo, un'altalena: un po' su, un po' giù. Stronzo, insopportabile bambino, odioso indeciso, codardo, coniglio, egoista, debole, bastardo. Non so come si fa a dimenticarti.

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