sabato 15 novembre 2014

Sembra quasi Domenica.

Mi dondolo sul divano accoccolata alla mia camomilla calda. Le nuvole fuori minacciano guerra. In un sabato pomeriggio che assomiglia a Domenica, mi perdo nelle mie digressioni poco logiche. 
Mi dovete spiegare perché ho una predilezione per  i ragazzi impossibili.
Perché attirano la mia attenzione i ragazzi già impegnati, fidanzati, oggettivamente indisposti o indisponibili? È un problema. 
Io per mia natura sono una che non  tocca niente, perché rispetto il lavoro e lo spazio degli altri. Figurarsi se potrei mai insinuarmi, tra le mura di un amore già costruito. 
Così mi faccio da parte.
Quelli a cui piaccio io, invece, non mi vanno mai bene: troppo moscio, troppo pompato, poco atletico, troppo buono, troppo appiccicoso, poco socievole, troppo pressante, poco presente, troppo insistente. Quanto mi piacerebbe ricambiare, quanto vorrei che mi andasse bene il ragazzo TantoEducatoEcarinoCheFaTuttoPerBenino. 
Sarebbe tutto più facile, (probabilmente adesso non avrei l'acidità gastrica che mi autodigerisce la mucosa) e sarei soddisfatta e nella media. 
Ma io NO. 
Io mi ostino a cercare  il ragazzo che mi faccia battere il cuore all'impazzata, che mi prenda il cuore, la mente e la pancia. 
Non necessariamente o letteralmente nell'ordine. 
Io non riesco ad accontentarmi di altro, neanche a provarci, neanche per tentare la sorte. 
So per certo che, se non c'è chimica nella prima mezz'ora in cui ci parlo, allora la REAZIONE non avverrà mai. Non so se è perché non ci siano abbastanza reagenti, non so se perché manchino i cofattori o gli enzimi, fatto sta che mi ritrovo a dire un ciao che somiglia più ad un addio. 
Mi chiedo se questo mio modo di agire e pensare non sia più un meccanismo di autodifesa, una sorta di giustificazione con tanto di certificato del fatto che non posso/voglio impegnarmi in una relazione. 
Non lo so. 
Spengo tutto(anche i pensieri) e accendo la musica. Sperando che vada via anche la febbre.  

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